Essere se stesso e insieme un altro, duplicare la vita, è sempre stato il sogno bizzarro e perenne dell’uomo.
E questa bizzarria ha sempre spinto gli autori drammatici a giocare su questo tema,
a creare commedie divertentissime ed agilissime.
NOTE DI REGIA
Prima o poi scoppia una tempesta e il mare dei sentimenti si gonfia e trabocca mettendo in crisi il fragile guscio della nostra vita e lo yin e lo yang, elementi che garantiscono l'equilibrio, si separano naufragando in posti diversi. E' proprio fra questi due estremi (perdita del primitivo equilibrio e ritrovamento di un differente equilibrio) che va collocata la nostra bellissima commedia, rappresentando essa stessa il tempo delle metamorfosi psichiche che coinvolgono l'individuo in "fermento". La nostra rappresentazione inizia proprio con una separazione, il racconto di una tempesta in cui uno yin e uno yang, due gemelli, si perdono. Tanto uno cresce pieno di sensibilità, di altruismo e di rispetto per il mondo che lo circonda, quanto l’altro cresce dissoluto e pieno di vizi. Due mondi opposti che cercano di riunirsi in un equilibrio necessario per calmare le tempeste interiori. Questo il motore principale di questo straordinario testo plautino.
Ma Shakespeare completa con una magnifica commedia (The Comedy of Errors), ciò che Plauto ha solo abbozzato. Ha raddoppiato questa ricerca tempestosa con un ulteriore yin e yang, due altri gemelli, anche loro opposti ma, a differenza dei loro padroni, uno scaltro, l’altro un innocente sprovveduto. Ed ecco le piccolezze dell’umanità son qui tutte rappresentate. Un lavoro di finitura nella riscrittura scenica.
Un divertimento per gli occhi e per l’udito, dove lo “spirito grasso”, tanto amato dal pubblico plautino, trova piena sintonia con la geniale scrittura shakespeariana profonda e sensibile conoscitrice dell’animo umano. Un testo emblematico e rappresentativo per le varie culture, con i vari dialetti del mondo, che si incontrano nello stesso posto: Epidamno e il suo porto.
Il teatro era profondamente radicato nella società latina, all’interno della quale costituiva non soltanto una delle forme d’arte più praticate, ma anche il punto di riferimento, per il cittadino dell’Urbe, di molti comportamenti della vita quotidiana e festiva. Il teatro non era immagine o mimesi della realtà ma occhio puntato su di essa, in grado, di volta in volta, di rivelarne una parte a cui poteva attribuire un significato nuovo e diverso.
NOTE ALL’ADATTAMENTO:
I Menecmi, una delle commedie più note di Plauto, quella che ha dato al teatro posteriore il divertentissimo tema degli scambi di persona fra due gemelli, si fonda a sua volta su un tema popolaresco e già sfruttato frequentemente nella commedia antica. Fra tutte le drammaturgie che prendono spunto dal modello plautino una, in particolare, (The Comedy of Errors) ha attirato la mia attenzione e mi ha incuriosito a tal punto da prenderla seriamente in esame fino a studiarne una possibile fusione o, in caso contrario, a far subire alla commedia plautina, una crescita drammaturgica sostanziale senza per questo sminuirne il testo.
Pur rispettando l’originale, si moltiplicano gli elementi di comicità e di confusione, immergendo la vicenda farsesca in un contesto esotico e fiabesco. Epidamno, una città di maghe e d’incantesimi (come l’antro di Circe che trasforma i compagni d’Ulisse in porci) un luogo d’equivoci e di qui pro quo, scandito da un’atmosfera inquietante come nei sogni. Una messa in scena che accosta ai due gemelli protagonisti due servi, anch’essi gemelli, non distinguibili fra loro, esattamente come i padroni, (sull’esempio del Sosia dell’Anfitrione).
Mi è piaciuto “contaminare” con Shakespeare (The Comedy of Errors) il testo plautino o è, forse, meglio dire il contrario. Era troppo allettante l’idea di mettere insieme Plauto e il primo Shakespeare in cui ancora i caratteri dei suoi grandi personaggi non hanno raggiunto la grandezza che acquisteranno col passare degli anni e sono ancora privi di vera e propria psicologia. Una fusione perfetta in cui i due autori convivono perfettamente.
Aleggia un’intensa atmosfera avventurosa che il più delle volte rasenta la farsa, per la paradossalità delle situazioni.
TRAMA
Protagonisti della commedia, ambientata nella greca Epidamno (l’odierna Durazzo) sono dei gemelli, che il caso ha separato da bambini e che, adulti, si trovano a vivere, ignari l’uno dell’altro, nella stessa città: l’uno perché ci vive, l’altro di passaggio, alla ricerca del suo doppio. Lo scambio di persona, che la perfetta somiglianza rende inevitabile, dà avvio alla vicenda comica. Una moglie gelosa e asfissiante, un suocero, un servo, anche lui con il suo doppio, una prostituta provocante, una zitella, mercanti, orafi, si trovano coinvolti in una serie di equivoci paradossali che stravolgono l’ordine degli equilibri quotidiani, portando i doppi in uno stato confusionale, fino ad arrivare al riconoscimento finale.